Fisco, cambia la lotta all’evasione: si punta su tracciabilità e fatture online

fisco-anagrafe-cc-258 (1)«Almeno due miliardi in più» da recuperare nella lotta all’evasione per puntellare le coperture dei tanti impegni già presi dal Governo, e due parole d’ordine complementari per raggiungere il risultato: più tracciabilità di pagamenti e fatture e più lotta all’evasione dell’Iva, considerata la vera falla nel sistema fiscale.

Il nuovo rapporto «sulle strategie di contrasto all’evasione fiscale» che secondo il decreto Irpef (che chiede appunto i 2 miliardi) il Governo avrebbe dovuto presentare alle Camere entro fine giugno è tecnicamente pronto, e certificherà l’esigenza di un cambio di passo rispetto a un 2013 piuttosto deludente. Nei prossimi giorni sono attese le ultime riunioni per l’esame definitivo del testo, che ora dovrebbe essere presentato alle Camere prima della pausa di agosto: un calendario che l’Economia punta a rispettare, nonostante l’ingorgo parlamentare che rischia di produrre qualche inciampo, anche perché con la crescita che continua ad avere il fiato corto le esigenze di coperture alternative si fanno più pressanti.

Il filone considerato più promettente, anche alla luce dell’uscita del redditometro dal novero dei protagonisti dell’anti-evasione e della cautela che accompagna l’avvio dell’anagrafe dei conti correnti, è la tracciabilità di pagamenti e fatture. Nella cassetta degli attrezzi del fisco c’è già una norma scritta nel decreto del Fare (articolo 50-bis del Dl 69/2013), ma ancora da definire sul piano attuativo, che consentirà alle partite Iva di comunicare quotidianamente alle Entrate, dal 1° gennaio prossimo, le fatture di acquisto e vendita, in cambio di un pacchetto corposo di semplificazioni sugli altri obblighi fiscali. Certo, le modalità di attuazione devono aiutare davvero i contribuenti, altrimenti l’opzione resterà orfana di seguaci. Insieme all’utilizzo intensivo della fattura elettronica, la cui architettura normativa è già completata, questo erede dell’elenco clienti-fornitori – che secondo tutte le statistiche aveva parecchio alimentato il gettito Iva nel 2006-2007 – potrebbe però rappresentare uno dei pilastri della nuova strategia anti-evasione, come mostra anche l’ultimo pacchetto di proposte presentate dal Nens, il think tank fondato dall’ex ministro Vincenzo Visco e da Pierluigi Bersani (si veda anche Il Sole 24 Ore del 15 giugno).

Da questi due filoni dovrebbe quindi ripartire la sfida per far riprendere ritmo a una lotta all’evasione che ha mostrato qualche segno di stanchezza, come lo stesso rapporto dovrà certificare nella parte di consuntivo su quanto fatto finora. A partire da quel redditometro su cui tanto ha lavorato l’Agenzia “targata” Befera e che ora vede dietro l’angolo il rischio di flop, con attese di recupero scarse (si veda Il Sole 24 Ore del 17 luglio), non solo perché il numero delle verifiche è stato tagliato da 30mila a poco meno di 20mila, ma soprattutto perché lo strumento è stato depotenziato rispetto alla versione originale. La causa è principalmente nelle modifiche prodotte dai rilievi del garante della Privacy, che hanno portato per esempio a escludere dal nuovo accertamento sintetico le spese correnti determinate solo con la media Istat (alimentari e bevande, abbigliamento e calzature, alberghi e così via). Le stesse ragioni spiegano anche la cautela con cui l’Agenzia sta gestendo un altro strumento di pressione sugli evasori, l’archivio dei rapporti finanziari, da cui molto invece ci si attende. È stato, infatti, ultimato da parte di banche e intermediari finanziari l’invio dei dati dei conti correnti e degli altri rapporti finanziari intestati ai loro clienti nel 2011 e nel 2012. Si tratta di un ampio ventaglio di informazioni (dai conti deposito titoli alle gestioni patrimoniali, dalle carte di credito/debito ai certificati di deposito, oltre ai saldi iniziali e finali dei conti correnti), dai quali l’Agenzia sulla base di determinati indici di anomalia potrà estrarre liste di contribuenti sospetti da sottoporre a controllo.

La rete delle banche dati (dallo spesometro, al registro delle comunicazioni relative ai beni dati a soci e famigliari, fino alle black list) si è allargata di pari passo con l’infrastruttura tecnologica (Sogei) dell’amministrazione; finora, però, la sua capacità di interscambio delle informazioni è stata minima. Molto, naturalmente, ci si attende anche dall’attuazione della delega fiscale, ma su questo versante i tempi sono più lunghi anche perché i primi tasselli restano lontani dai temi chiave della lotta all’evasione: domani, ad esempio, andrà sui tavoli del pre-consiglio dei ministri il decreto attuativo della riforma sulla tassazione dei tabacchi.

Fonte: Il Sole 24 Ore