La Svizzera mostra i muscoli ai mercati: tassi sotto zero per svalutare il franco

imagesÈ il prezzo del successo. La Banca nazionale svizzera ha dovuto introdurre tassi negativi per contenere la forza del franco svizzero. Per mantenere il cambio non oltre quota 1,20 per un euro, il governatore Thomas Jordan ha preso una decisione molto coraggiosa. Ha portato il corridoio per il tasso Libor a tre mesi dal precedente 0-0,25% al -75%-+0,25%: un taglio e insieme un allargamento del range (che è tornato alle dimensioni normali di un punto percentuale). Il mercato ha reagito subito alla notizia con una flessione del franco dello 0,7% sull’euro a quota 1,20381, il più forte calo da nove mesi, poi però la moneta ha recuperato in parte terreno

Le banche e le altre istituzioni inoltre pagheranno lo 0,25% per tenere depositi alla Bns in eccesso di una soglia di esenzione (oggi pari a 20 volte la riserva obbligatoria o a 10 milioni di franchi per chi non è soggetto all’obbligo di riserva), uno schema già adottato dalla Danimarca. Altre mosse sono possibili, ha spiegato la banca centrale.

In deflazione per quattro trimestri
È una mossa complessa che è stata resa possibile dal fatto che, qualche giorno fa, la Banca nazionale svizzera ha pubblicato nuove previsioni di inflazione che indicano una deflazione (tecnica) per quattro trimestri a partire da quello attuale e il ritorno a un’inflazione dell1% nel 2017. L’obiettivo della politica monetaria svizzera è di tenere la dinamica dei prezzi – valutata attraverso le previsioni di inflazione – al di sotto del due per cento (e non necessariamente vicino a questa soglia). Le previsioni presuppongono tassi a zero, un franco in deprezamento e, molto probabilmente, un petrolio a livelli più elevati degli attuali.

A tutti i costi contro il rialzo del franco
Questa deflazione “tecnica” permette alla Bns di dedicarsi al cambio, che non è in realtà un obiettivo della politica monetaria. Per un paese piccolo e molto aperto agli scambi come la Svizzera, il cambio incide però moltissimo su inflazione e aspettative di inflazione. Il governatore ha quindi citato la forza del cambio – che la Banca centrale tiene al di sotto della soglia di 1,20 – come l’unico fattore che ha portato alla decisione di introdurre tassi negativi. Jordan ha anche ripetuto, con forza, che è intenzione della Bns di acquistare valuta estera «in quantità illimitate» e «con la più grande determinazione». Si tratta di evitare che un franco forte si trasformi in qualcosa di analogo a un rialzo dei tassi, irrigidendo – come dicono gli economisti – le condizioni monetarie del paese.

Nuovi flussi di denaro in arrivo
La domanda di denaro, di franchi svizzeri, è tale che la Bns può davvero permettersi di aumentare a dismisura le dimensioni del bilancio. La crisi del rublo e i flussi di capitale in uscita dalla Russia insieme, in prospettiva, a una politica monetaria più espansiva in Eurolandia hanno reso necessaria questa mossa. Le pressioni sul franco, che è ancora percepito come un “porto sicuro” per gli investimenti finanziari grazie alla buona gestione economica del paese, sono infatti in crescita.

Disincentivare le speculazioni
Funzionerà? La manovra appare ampia e coraggiosa. «È chiaro – spiega Michael Saunders di Citigroup – che la Bns ha posto la soglia di esenzione a un livello che non penalizza le banche perché detengono elevate riserve, gonfiate come effetto collaterale degli ampi interventi della Bsn sul mercato valutario, ma che punta a spingere il tasso interbancario ben al di sotto di quota zero». In questo modo almeno la parte più speculativa dei flussi di capitale dovrebbero essere scoraggiati. «Al di là degli effetti diretti dei tassi negativi, pensiamo – aggiungono infatti Kathrin Goretzki e Martina von Terzi di Unicredit – che il segnale inviato dalla Bsn sia più forte: mostra che la banca centrale è impegnata a fare quel che dice (in putting its money where its mouth is, mettere i soldi dov’è la bocca, nell’originale). Questo aumenta la sua credibilità e rende molto più rischiosa una scommessa “contro la banca centrale”» ossia contro la sua capacità e determinazione a impedire un rialzo del franco.

Fonte: Il Sole 24 Ore