Fmi, forse la Cina gonfia i dati sulla crescita

download (1)Il Fondo monetario internazionale sembra dar ragione a chi sospetta che la Cina gonfi i dati sul pil. Nel rapporto Articolo IV, redatto a conclusione della missione annuale di monitoraggio nella nazione, si legge che “c’è qualche segnale che indica una possibile esagerazione della crescita recentemente ma quell’esagerazione è probabilmente moderata. I dati nazionali ufficiali, per quanto ci sia spazio di miglioramento, forniscono un quadro generalmente affidabile”.

L’istituto di Washington incoraggia le autorità cinesi a “continuare a migliorare la qualità dei dati e la comunicazione delle sue politiche, cosa che aiuterà a ridurre l’incertezza, ad allineare le aspettative e a proteggere contro la turbolenza dei mercati”. Il Fmi considera la Cina un “pilastro dell’economica globale”, come ha detto James Daniel, a capo della missione in Cina per conto del Fondo.

Nel rapporto Articolo IV redatto a conclusione della missione annuale di monitoraggio nella nazione, la stima di crescita è stata confermata per quest’anno a +6,6%, dopo il +6,9% del 2015. Secondo l’istituto di Washington, “la Cina continua la sua transizione verso una crescita sostenibile, con progressi su molti fronti, ma ancora molte sfide”.

La crescita di Pechino potrebbe, infatti, dimezzarsi nei prossimi anni e l’espansione del credito, senza una correzione del sistema, potrebbe raggiungere, ha avvertito il Fmi, circa il 215% del prodotto interno lordo. Il board esecutivo del Fondo ha accolto favorevolmente sia “progressi impressionanti” fatti su più fronti, inclusi quelli dell'”internazionalizzazione del renminbi e della liberalizzazione dei tassi di interesse”, sia il tredicesimo piano quinquennale di Pechino, “con i suoi obiettivi ambiziosi centrati su un riequilibrio dell’economia”.

I vertici del Fmi hanno però fatto notare che “la transizione economica continuerà a essere complessa e potenzialmente irregolare” e per questo sono necessarie “azioni decisive per affrontare le crescenti vulnerabilità, per ridurre la dipendenza da investimenti, per migliorare la governance e l’allocazione delle risorse nelle aziende controllate dallo Stato”. Il Fmi ha, infine, fatto presente che un rallentamento della crescita cinese del 3% potrebbe provocare quello dello 0,75% dell’area dei Paesi del G-20.

Fonte : Milano Finanza

Effetto grandi opere in borsa

downloadGli investimenti pubblici piacciono al mercato. I titoli del settore delle costruzioni e del cemento sono balzati a Piazza Affari dopo la delibera del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) che mercoledì sera ha sbloccato 40 miliardi euro di investimenti, 21,7 miliardi dei quali destinati alle infrastrutture. Salini Impregilo ha chiuso in rialzo del 5,49%. Secondo gli operatori il gruppo è favorito dalle decisioni prese dal governo sull’utilizzo dei fondi Coesione 2014-2020 destinati in buona parte a progetti di metropolitane, ferrovie e strade. In progresso anche Astaldi (+0,40%), Cementir (+2,63%), Italcementi (+0,19%) e Buzzi Unicem (+1,97%) e soprattutto Sias (+5,65%). Per il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, si tratta di «una svolta molto importante.

Abbiamo finalmente attribuito i fondi sulla base di programmi selezionati e concordati con le Regioni», una decisione che «rappresenta il chiaro impegno del governo nell’ottenere più flessibilità e nello spingere sugli investimenti pubblici, che ora non sono più a macchia di leopardo come in passato, ma decisi assieme alle Regioni in base alle priorità». Un’opinione condivisa dai principali analisti. Secondo Banca Imi, che conferma su Salini Impregilo la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 3,9 euro, si tratta di una notizia «positiva». Concorda Mediobanca Securities (outperform e Tp a 3,7 euro su Salini Impregilo, underperform e Tp a 3 euro su Astaldi).

A detta degli analisti di Piazzetta Cuccia «la decisione del Cipe affronta il problema reale delle opere pubbliche, la lenta esecuzione dei progetti» e mira a completare i progetti principali attualmente in corso. Le azioni del settore dei Capital Goods come Salini Impregilo e Astaldi «hanno sofferto molto la dipendenza dal mercato domestico» e quindi «la notizia è un passo positivo». In generale all’interno del settore dei Capital Goods la casa d’affari si mantiene «cauta» e ribadisce la propria preferenza per «Prysmian, Leonardo Spa e Maire T.», concludono gli esperti. Banca Akros (accumulate, Tp 3,6 euro su Salini Impregilo) specifica infine che 1,30 mld euro sono stati destinati alla linea AV/AC Milano-Genova-Terzo valico dei Giovi, quarto lotto costruttivo, autorizzandone l’avvio della realizzazione. Salini Impregilo è leader del consorzio a cui è stato assegnato il progetto. «Il contratto è grande e questa è chiaramente una notizia positiva», dichiarano gli analisti.

Intanto, sempre ieri, il ministro Delrio ha annunciato che al centro della prossima riunione del Cipe ci sarà il contratto di programma con l’Anas, mentre quello con Rfi è già stato approvato e «per il progetto di fusione aspettiamo le risultanze dalle due società».

Fonte : Milano Finanza

Fisco: bonus ristrutturazioni esteso al convivente di fatto


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Via libera alla detrazione delle spese per lavori di ristrutturazione sostenute dal convivente more uxorio.

Con una risoluzione, l’Agenzia delle Entrate spiega che, in caso di interventi di recupero del patrimonio edilizio, il convivente non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi medesimi che ne sostiene i costi può fruire della stessa agevolazione spettante ai familiari conviventi, anche se non è titolare di un contratto di comodato.

Lo sconto fiscale per il recupero del patrimonio edilizio, si applica alle spese sostenute dai contribuenti che possiedono o detengono un immobile sul quale sono effettuati gli interventi, o dai familiari con loro conviventi al momento dell’inizio dei lavori.

L’Agenzia delle Entrate, spiega che la legge in tema di unioni civili, pur non equiparando la convivenza di fatto all’unione fondata sul matrimonio, ha attribuito valore giuridico a questa formazione sociale, rilevando un “legame concreto” tra il convivente e l’immobile destinato a dimora comune.

Casa, TASI e IMU: le regole per il pagamento del 16 giugno

arton27826È arrivato il primo dei due appuntamenti annuali con le tasse sulla casa. Il 16 giugno scade infatti il termine ultimo per pagare l’acconto di IMU e TASI. Da quest’anno però, grazie alle nuove regole introdotte dalla legge di Stabilità 2016, molti di coloro che fino all’anno scorso versavano la Tassa sui servizi indivisibili, sono esonerati dal pagamento per quanto riguarda l’abitazione principale, le sue pertinenze e gli immobili assimilati. Ma non solo, perché la Finanziaria entrata in vigore il 1°gennaio 2016 prevede anche che i Comuni non abbiano la possibilità di innalzare le aliquote stabilite allo scopo di aumentare il gettito, svuotando il portafogli di chi, nonostante le novità, è costretto a pagare.
Non cambia invece la modalità di pagamento: l’acconto sarà pari al 50% dell’importo complessivo. Le aliquote e le detrazioni da utilizzare saranno quelle dell’anno precedente, a meno che i comuni non abbiano approvato nuove delibere entro lo scorso 30 aprile.

IMU e TASI: le novità del 2016

Come detto in precedenza, dala 2016 è previsto l’esonero TASI per le abitazioni principali di proprietari e inquilini, eccezion fatta per le case rientranti nelle categorie di lusso, vale a dire immobili compresi nelle categorie A/1, A/8 e A/9, che dovranno continuare a pagare il balzello.
Il cambiamento imposto dal Governo rende dunque inapplicabili le aliquote approvate l’anno scorso per le abitazioni principali. Molti comuni hanno anche deciso di approvare una delibera apposita, nella quale viene riportata un aliquota pari a zero per le abitazioni principali.
Nel caso in cui, nel 2015, i Comuni abbiano deliberato una maggiorazione dello 0,8 per mille eventualmente adottata dal Comune nel 2015, la nuova normativa prevede l’adozione di una delibera di conferma. Se lo 0,8 per mille è stato usato l’anno passato l’aliquota non sarà più utilizzabile nemmeno sugli immobili di altre fattispecie.
Novità importante riguardano la TASI sui fabbricati “merce”, che saranno soggetti ad un’aliquota ridotta pari all’1 per mille, con possibilità di arrivare fino al 2,5 per mille o di azzerarla del tutto. Pertanto nel caso in cui il Comune abbia stabilito nel 2015 un’aliquota Tasi per gli immobili-merce superiore al 2,5 per mille, grazie al blocco degli aumenti, essa dovrebbe essere ridotta automaticamente al 2,5 per mille.
Per quanto riguarda invece IMU e TASI, a partire dal 2016% arriva la riduzione del 50% per i comodati (su cui torneremo a breve). Parallelamente si segnalano la riduzione del 25% sugli immobili locati a canone concordato e il nuovo regime di calcolo della rendita catastale relativa ai fabbricati produttivi con macchinari “imbullonati”.
Parlando dell’Imu, cambiano per l’ennesima volta le regole d’imposizione sui terreni agricoli. L’esenzione si applica solo ai terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, indipendentemente dalla loro ubicazione; ai terreni collocati sulle isole minori e quelli a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile.

TASI e IMU: prima casa

Per abitazione principale si intende la casa usata come dimora abituale dal suo proprietario e dalla famiglia. Come ripetuto più volte, per questo tipo di immobili la TASI non è più dovuta, così come non si dovrà pagare nulla per le relative pertinenze, ossia gli immobili rientranti nelle categorie catastali C2, C6 e C7 come solai, cantine, posti auto, box e tettorie, a condizione che ognuna di esse appartenga ad una differente categoria catastale.
Non si pagheranno tasse nemmeno sugli immobili assimilati all’abitazione principale, vale a dire:

Ogni comune avrà la possibilità di decidere altri immobili da inserire nella categoria degli “assimilati all’abitazione principale”. Per conoscere le decisioni prese occorre verificare le delibere approvate dal proprio comune.
Ricordiamo che l’acconto IMU del 16 giugno è dovuto invece per le prime abitazioni di lusso, rientranti nelle categorie catastali A1 (abitazione signorile), A8 (villa), A9 (castello).

IMU e TASI: comodato e affitto

IMU e TASI saranno invece dovute sulle seconde case. Ma in questi casi occorre fare le dovute differenziazioni. Nel caso in cui il proprietario abbia stipulato un affitto a canone concordato, dovrà calcolare l’importo su una base imponibile pari al 75%. Se invece l’immobile è stato concesso in comodato d’uso a parenti di primo grado, l’ammontare dovrà essere calcolato sul 50% della base imponibile.
Rimanendo sulle case in affitto, se il proprietario dovrà pagare il 100% dell’IMU e il 70-90% della TASI (in base alla decisione del proprio Comune di residenza), l’inquilino sarà esonerato dal versamento dell’immobile municipale unica, ma dovrà pagare dal 10% al 30% dell’imposta sui servizi indivisibili nel caso in cui la casa inaffitto non risulti essere abitazione principale.

IMU e TASI: calcolo e aliquote

Quest’anno, ancor più che nel passato, date le modifiche apportate, calcolare l’importo da pagare non è semplice.
Per quanto riguarda le aliquote, ogni Comune aveva tempo fino al 30 aprile 2016 per l’approvazione. Dato che la legge impone lo stop agli aumenti, in sede di deliberazione non era prevista la possibilità di innalzarle ad un livello superiore a quello stabilito nel 2015.
Sia per l’IMU che per la TASI dunque, il pagamento dell’acconto in scadenza il prossimo 16 giugno dovrà essere effettuato utilizzando le aliquote e le detrazioni previste nei 12 mesi precedenti, mentre per il saldo del 16 dicembre, comprendente anche eventuale conguaglio sulla prima rata, si dovranno utilizzare le aliquote deliberate dal Comune nel 2016..
Il contribuente potrà però scegliere di rinunciare al suddetto meccanismo, applicando anche nell’acconto le percentuali deliberate quest’anno, senza incorrere in alcuna sanzione.
Diverso il meccanismo previsto per gli enti non commerciali, che dovranno pagare in tre rate: le prime due, entro rispettivamente il 16 giugno e il 16 dicembre, pari ognuna al 50% dell’imposta corrisposta per l’anno precedente; l’ultima, a conguaglio dell’imposta complessivamente dovuta, deve essere versata entro il 16 giugno dell’anno successivo (2017 dunque).
Parlando del calcolo per la base imponibile sia IMU che TASI sono soggette alle stesse regole:

Parlando in generale, per calcolare l’importo dovuto, occorrerà applicare alla base imponibile l’aliquota deliberata da ogni Comune per la categoria catastale cui l’immobile appartiene. L’imposta dovrà essere rapportata alle quote e ai mesi di possesso.

Immobili, transazioni +17,3% nel primo trimestre

imagesLe transazioni immobiliari sono aumentate del 17,3% nel primo trimestre e di oltre il 20% su anno per quanto riguarda il solo mercato residenziale. Lo ha reso noto il direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi in occasione del seminario “Fare casa” a conferma della ripresa del mercato immobiliare. Anche le pertinenze mostrano segnali positivi nel primo trimestre (+17,3%) e il settore commerciale (+14,5%), mentre è più contenuta la ripresa del comparto produttivo (+7%) e del terziario (+1,3%).

Tra le grandi città: Torino, Genova e Milano registrano gli incrementi maggiori nelle compravendite delle abitazioni con crescite del 37,2%, 27,8% e 26%. I dati sono contenuti nella Nota trimestrale dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, pubblicata subito dopo le anticipazioni di Orlandi. Le compravendite di abitazioni nei tre mesi sono state 115.135, in aumento del 20,6% su anno. Tra le città: Torino, +37%, Genova +27,8%, Milano +26%, Napoli +22%, Firenze +21,7% e Bologna +19,3%, Roma +12,5%, Palermo +5,5%. Il comparto commerciale sale del 14,5% e quello produttivo del 7%, mentre il terziario dell’1,3%. Quest’ultimo settore risente dei cali registrati al centro (-1,1%) e al sud (-4,5%), mentre al nord le compravendite di uffici recuperano il 4,5%.

Fonte : Milano Finanza

Garanzia Giovani è un opportunità concreta

downloadCresce il numero dei giovani ai quali è stata offerta un’opportunità concreta tra quelle previste dal programma Garanzia Giovani. All’1 giugno 2016, secondo il ministero del lavoro, i presi in carico sono 703.449, 4.150 in più della scorsa settimana, con un incremento del 22,4% rispetto al 31 dicembre 2015, data che segna la conclusione della “fase 1” del programma; tra questi, sono 339.597 quelli cui è stata proposta almeno una misura del programma, 2.665 in più della scorsa settimana, con un incremento, rispetto al 31 dicembre 2015, del 33,6%.

Aumenta anche il numero dei giovani che si registrano: all’1 giugno gli utenti complessivamente registrati sono 1.072.194, 4.195 in più rispetto alla scorsa settimana, con un incremento del 17,3% rispetto al 31 dicembre 2015. I giovani registrati, al netto delle cancellazioni, sono 918.360. In crescita il numero di giovani che stanno presentando le domande di finanziamento a SELFIEmployment, il fondo promosso dal ministero del lavoro e gestito da Invitalia, che eroga finanziamenti agevolati a tasso zero da 5mila a 50mila euro, senza necessità di garanzie reali e con un piano di ammortamento di sette anni: all’1 giugno i giovani che hanno iniziato l’iter on-line per l’ammissione al finanziamento sono 608 e 56 le domande già in fase di valutazione.

Procede anche l’attuazione di “Crescere imprenditori”, l’iniziativa nazionale promossa dal ministero e attuata da Unioncamere per supportare l’autoimpiego e l’autoimprenditorialitá attraverso attività di formazione ed accompagnamento all’avvio di impresa. Sono attualmente 604 i giovani che hanno superato il test on-line di valutazione delle capacità imprenditoriali richieste per partecipare alla formazione finalizzata alla redazione del business plan; 109 sono stati avviati ai percorsi, 32 li hanno già conclusi con profitto. Infine, quanto al progetto “Crescere in Digitale” promosso dal ministero del Lavoro insieme a Google ed Unioncamere (che offre agli iscritti al programma Garanzia Giovani l’opportunitá di approfondire le proprie conoscenze digitali attraverso 50 ore di training online) sono 62.558 i giovani iscritti e di questi 35.959 hanno completato il primo modulo e 5.313 hanno completato tutto il corso.

Le imprese che hanno aderito al progetto sono 2.441, disponibili ad accogliere 3.255 tirocinanti. Le imprese che decideranno di assumere il giovane al termine del tirocinio potranno beneficiare di incentivi fino a 12.000 euro.

Fonte : MilanoFinanza

Arriva il fisco in tempo reale

logo_trasparenteComunicazioni di anomalie e di accertamenti fiscali in tempo reale. È questa la mossa del Fisco per combattere l’evasione: il tutto all’insegna della rapidità dei controlli. Come riporta il Sole 24 ore, Emiliana Bandettini, direttrice centrale aggiunta Accertamento dell’Agenzia, afferma che occorre fare un passo in più.
L’obiettivo è di spingere sull’adempimento già in fase di dichiarazione. Per il viceministro all’Economia, Luigi Casero, il nostro sistema fiscale è complicatissimo, soprattutto non offre certezze e questo contribuisce a far registrare in Italia l’evasione più alta rispetto ad altri Paesi europei. Fare norme certe e semplici – aggiunge Casero – fa sì che chi non paga le tasse non stia più nella zona grigia dell’evasione o dell’elusione ma piuttosto in quella nera. Per il Comandante generale, Saverio Capolupo, l’attività delle Fiamme Gialle, sempre come riporta il Sole, è tutta incentrata sull’esigenza di assicurare una maggiore certezza e trasparenza ai rapporti tra amministrazione e cittadini, in una logica sistemica di prevenzione degli illeciti fiscali, con un modello di tax compliance più moderno, in un contesto in cui si inseriscono nuovi o più evoluti strumenti di dialogo e composizione dei conflitti.

Fonte : Il Giornale

Fondi comuni, la beffa per tutti gli investitori 400 milioni di commissioni pagate ai gestori

Fondi comuni, la beffa per tutti gli investitori 
400 milioni di commissioni pagate ai gestori

I tecnici del settore le chiamano “performance fee”. O anche commissioni d’incentivo, per dirla in italiano. Tradotto in parole povere significa una tassa supplementare sul risparmio. Questa volta però i soldi non vanno allo Stato. È un balzello privato, che arricchisce banche e società di gestione di fondi d’investimento. Ecco qualche numero: solo nei primi tre mesi di quest’anno, gli italiani hanno pagato oltre 400 milioni a titolo di performance fee. Questa è la somma complessiva incassata da Anima, Azimut, Banca Generali e Mediolanum, i quattro marchi del risparmio gestito quotati in Borsa.
Tutto bene? Mica tanto. In altri mercati, per esempio negli Stati Uniti, questi premi extra di fatto non esistono. In Italia invece le commissioni di incentivo, legate all’andamento del fondo, vanno ad aggiungersi a quelle ordinarie. E, a ben guardare, si scopre che in molti casi il compenso supplementare non è proporzionale al rendimento. Peggio ancora: a volte i sottoscrittori sono costretti a pagare anche se i risultati sono stati negativi. Risultato: un fiume di denaro finisce nelle casse delle società di gestione del risparmio, in sigla Sgr.
Piove sul bagnato, perché di questi tempi i fondi d’investimento navigano nell’oro. La raccolta è ai massimi storici. Nel 2014 gli italiani hanno affidato ai gestori qualcosa come 88 miliardi di euro, il triplo rispetto all’anno precedente. E quest’anno la raccolta ha superato i 35 miliardi in soli tre mesi. Tanto successo è dovuto in buona parte al crollo dei rendimenti dei titoli di Stato. Il popolo dei risparmiatori si affida ai fondi nella speranza di guadagnare qualcosa in più rispetto alle misere cedole dei Btp.
Ecco spiegato, allora, perché Azimut ha appena festeggiato il “miglior trimestre nella storia del gruppo”, come si legge nel comunicato che accompagna i conti chiusi al 31 marzo scorso con utile di 128 milioni, più del triplo rispetto all’anno prima. Corre anche Banca Generali: 98 milioni di profitti in tre mesi, contro i 39 milioni fatti segnare nella prima trimestrale del 2014. Numeri strepitosi, non c’è che dire. E anche in Borsa i titoli delle società di gestione continuano a correre a gran velocità. Negli ultimi sei mesi hanno fatto segnare in media un rialzo vicino o di poco superiore al 60 per cento.

Fonte : L’Espresso

Restano alte le tasse sul lavoro, Italia seconda in Europa

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Renzi da anni va dicendo di voler abbassare le tasse sul lavoro. Le tasse, però, restano alte. La Corte dei conti rileva che l’Italia risulta al secondo posto quanto al prelievo gravante sui redditi da lavoro, con il 42,8%, quasi otto punti oltre la media europea. Inoltre siamo al terzo posto per il prelievo sui redditi d’impresa, circa il 26%, ossia ben oltre il 50% della media Ue; al 22° posto per il prelievo sui consumi (con il 17,7%, quasi 4 punti in meno rispetto alla media europea e al quarto posto sia per il prelievo sugli immobili che sull’energia).
In particolare l’imposizione sui consumi è condizionata dall’Iva, il cui rendimento non raggiunge il 6% del pil, il livello più basso nell’Ue, con il quale dunque l’Italia risulta fanalino di coda in Europa. A pesare una struttura impositiva penalizzata da un tasso medio di prelievo (15,5%) tra i più bassi d’Europa e l’elevato tasso di evasione, che nelle stime del Mef, poco più di 40 miliardi annui, ossia il 34% del gettito potenziale, più del doppio di quello stimato per l’insieme dei paesi Ue.

A fine 2015 la pressione fiscale è stata del 43,3% del Pil, tre punti superiore al livello d’inizio secolo e quattro punti oltre quello medio europeo. Sono quasi ottocento – si legge nel rapporto – le misure sulle entrate contenute nelle manovre fino al 2015 con un impatto riduzione dell’indebitamento di 170 miliardi, più le misure della Stabilità 2016: 22 di aumento e 45 di riduzione del prelievo con un impatto di oltre 27 miliardi di aumento del deficit.
La Corte dei conti si sofferma anche sulle pensioni, evidenziando luci e ombre. Le previsioni a lungo termine segnalano un andamento della spesa pensionistica, come pure di quella per prestazioni sociali nel loro complesso, rassicurante (circa 2 punti in meno l’incidenza sul Pil) e, comunque, tale da distinguere l’Italia rispetto alla gran parte degli altri Paesi europei. Il nuovo sistema, però, secondo i magistrati contabili, oltre ai pregi, evidenzia incertezze e rischi. Tra le prime ci sono la pensione dei lavoratori poveri, la flessibilità in uscita dal mercato del lavoro, mentre i rischi sono legati all’evoluzione del quadro economico e sociale. Il sistema pensionistico, insomma – conclude la Corte dei Conti – è in equilibrio a patto che l’Italia torni, da subito, anche se gradualmente, su un sentiero di crescita moderata.

Fonte : MSN

Voluntary Disclosure – emergono i primi dubbi interpretativi

logo_trasparenteCome da noi temuto sulle polizze vita l’Agenzia delle entrate mette paletti rigidi propendendo per la riqualificazione dello strumento assicurativo in uno finanziario. L’applicazione interpretativa, più stringente rispetto al passato, sta emergendo proprio in queste settimane in relazione all’esame delle istanze di voluntary discosure. Molti studi professionali hanno evidenziato, infatti, che il telefono del contraddittorio preventivo squilla, sottolineando il divario dei calcoli presentati dal professionista, rispetto al punto di vista del fisco, quando ci sono di mezzo le polizze vita. Si tratta di quelle polizze cosiddette a «mantello» o comunque ad alto contenuto finanziario che secondo l’agenzia sono gestioni patrimoniali individuali.

L’invito dunque è a rifare i calcoli riqualificando lo strumento. Inoltre le divergenze di interpretazioni fiscali tra amministrazione e professionisti ma anche e soprattutto tra uffici dell’Agenzia delle entrate, balzano agli occhi quando si entra nel campo delle donazioni indirette sempre legate al tema del rimpatrio dei capitali. Approcci variabili, inoltre in tema di frontalieri e di prelevamenti di una certa consistenza in quanto il fisco obietta l’utilizzo personale.

Sono questi alcuni degli spunti emersi da una ricognizione di ItaliaOggi con gli studi di consulenza fiscale più importanti di Milano. I professionisti sono stati interpellati sulla fase due della voluntary disclosure. Una fase che, da un lato, vede aperto e pulsante il canale con l’Agenzia delle entrate, dall’altro lato la partita, appena agli inizi, è tutta sulla strategia della gestione patrimoniale delle ricchezze emerse per i propri clienti.

Fonte MSN